Sono attesi più di 4mila lavoratori della vigilanza privata e dei servizi fiduciari venerdì 4 maggio a Roma per lo sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uitucs.
Contratto scaduto da più di due anni, condizioni normative e salariali in permanente peggioramento, con le parti datoriali che puntano continuamente a ridurre diritti e garanzie.
Le proposte avanzate, infatti, se accolte, farebbero retrocedere le condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori del settore di decenni e togliere alle lavoratrici e i lavoratori di tutele, garanzie e diritti conquistati a prezzo di sacrifici, lotte e mobilitazioni.
Le imprese chiedono: l’estensione a 45 ore dell’orario normale di lavoro per le guardie impiegate nei servizi di vigilanza fissa; la possibilità di ricorrere al lavoro a chiamata/intermittente sia per la vigilanza privata che per gli altri servizi di sicurezza e inserire nel contratto le flessibilità previste dal Jobs act; l’abbattimento della durata oraria settimanale minima del part-time; la riduzione del periodo di comporto utile ai fini della conservazione del posto di lavoro; la compressione delle modalità di fruizione dei permessi della legge 104/92 e il superamento della copertura economica dei primi tre giorni di assenza per malattia.
Nonostante le esigenze di sicurezza siano in aumento, la tendenza diffusa è quella di contenere il costo del lavoro con gare sempre più al ribasso, indette persino dalla pubblica amministrazione, e corrispettivi inferiori alla retribuzione oraria prevista dal contratto nazionale. Così la concorrenza sleale si scarica sulla pelle dei lavoratori, nel “silenzio” dell’autorità competenti.
La sicurezza si garantisce solo se gli addetti della vigilanza e della sicurezza privata possono lavorare in condizioni dignitose e consone al rischio che devono prevenire, con un salario giusto e dignitoso.