Un rinnovo importante, quello del settore turismo, che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori. Nella tarda notte del 18 gennaio, le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil insieme alle parte datoriali aderenti a Confcommercio – Federalberghi, Faita, – hanno siglato, unitariamente, dopo tre giorni di serrata trattativa, un’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto nazionale del Turismo (il contratto era scaduto il 30 aprile 2013).
Le parti, con impegno e responsabilità, sono arrivate ad un rinnovo condiviso in tempi brevi, trovando un accordo soddisfacente su alcuni elementi quali: la contrattazione di secondo livello, la bilateralità, l’assistenza sanitaria integrativa, il mercato del lavoro e la flessibilità dell’orario. È stato stabilito un aumento salariale di 88 euro al 4 livello, suddiviso in 5 rate.
“L’impegno e la collaborazione profusi da tutti i soggetti coinvolti è un segnale importante in una fase cosi delicata per il settore” è il commento di Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil. “L’intesa trovata dà avvio ad un percorso fondamentale per la contrattazione, anche in vista di Expo 2015”.
Cristian Sesena segretario nazionale della Filcams Cgil responsabile del settore esprime la sua soddisfazione. “Un accordo che ha principalmente un valore politico: riafferma l’importanza delle relazioni sindacali anche nei momenti di crisi e lancia un segnale opposto a quelle parti datoriali che nel corso della trattativa hanno scelto scorciatoie inaccettabili quali l’abbandono pretestuoso del tavolo o la disdetta della contrattazione nazionale vigente.”
“Abbiamo salvaguardato importanti istituti contrattuali” prosegue Sesena, “e non abbiamo sposato la logica di scaricare il costo del rinnovo sui giovani: anzi, sfruttando anche il ruolo che le leggi consegnano alla contrattazione, abbiamo condiviso politiche inclusive per le fasce più deboli del mercato del lavoro.”
Il turismo è un settore complesso e variegato, caratterizzato da una forte stagionalità, alta presenza femminile e tanti contratti a termine. Un settore in difficoltà, soprattutto negli ultimi anni di crisi congiunturale: forte indebolimento della domanda interna, sia per effetto della crescente disoccupazione che della compressione di molti redditi autonomi e di impresa; la spesa turistica delle famiglie e delle persone si è ridotta sensibilmente sia in valore totale annuo, che per singolo atto di acquisto (meno persone e famiglie in vacanza, meno vacanze, vacanze “più leggere” – più brevi, più vicine, meno costose). Tutte conseguenze pesanti sia per le imprese che per il mercato del lavoro, che ha registrato un calo, nel 2013, del 13% rispetto allo stesso periodo del 2012; l’apertura di una serie di tavoli di trattativa aziendali per la riduzione di personale dipendente e una sempre maggiore richiesta di flessibilità.
L’ipotesi d’accordo sarà sottoposta alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori per la definitiva validazione.
(fonte: AgenParl)