I professionisti si trovano ancora una volta in un limbo: per gli ammortizzatori sociali, l’annosa questione sulla loro collocazione giuridica li lascia, al momento, privi di tutela. Non possono, infatti, più accedere alla Cig in deroga ma neanche richiedere le prestazioni del fondo residuale (che attendono ancora le regole operative dell’istituto). Sono tenuti, però, da subito, a versare la relativa contribuzione. Ripercorriamo il quadro. La circolare Inps ioo del 2 settembre scorso ha individuato tra i soggetti destinatari degli obblighi di contribuzione al fondo di solidarietà residuale Inps gli imprenditori, intesi come qualunque soggetto che svolge attività economica e che sia attivo su un determinato mercato, quindi anche il libero professionista. Pertanto, lo studio professionale che impiega mediamente più di quindici dipendenti è assoggettato alla contribuzione dello 0,50% (due terzi a carico dello studio e un terzo a carico del lavoratore) da versare al fondo di solidarietà residuale dell’Inps.
Per Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, «c’è il rischio che alcune situazioni di crisi restino senza copertura anche quando saranno operative le prestazioni del fondo residuale. Senza una integrazione pubblica i contributi versati dai titolari degli studi e dai lavoratori potrebbero infatti non bastare».
(fonte: Il Sole 24 ore)