Hanno votato tutti, i presenti alla Camera dei Deputati, per l’approvazione della proposta di legge sulla parità salariale tra i generi. Uno “storico” sì unanime, che attende ora l’approvazione del Senato per diventare Legge dello stato.
L’unanimità raggiunta, frutto di una mediazione tra le forse politiche che ha portato ad una composizione di unità nazionale, giustifica in parte il ritardo con cui si arriva ad un provvedimento atteso da anni, che chiude finalmente il brutto capitolo della discriminazione tra generi in tema di retribuzioni.
La proposta di legge, che porta la firma della onorevole Chiara Gribaudo del PD, mira a correggere il codice delle Pari Opportunità facendo emergere e superare le discriminazioni (dirette o indirette) sul lavoro, per quello che viene definito “gender pay-gap”: divario salariale di genere.
“Bene l’approvazione della legge alla Camera – commenta Cinzia Bernardini, segretaria nazionale di Filcams con delega alle politiche di genere – perché era davvero importante intervenire per superare la disparità salariale che colpisce il lavoro delle donne; la legge va nella giusta direzione dell’affermazione della parità e della riduzione delle disuguaglianze e delle discriminazioni ancora troppo presenti anche nei settori della Filcams. Gli strumenti individuati dalla nuova legge sono importanti e vanno utilizzati al meglio con la contrattazione”.
La misura estende alle aziende sotto i 100 dipendenti l’obbligo di redigere un rapporto sulle pari opportunità, rafforza la trasparenza sui livelli retributivi, istituisce (da gennaio 2022) la certificazione come previsto dal Pnrr, incentiva le azioni concrete nell’organizzazione del lavoro per favorire la partecipazione e le carriere femminili, prevede premialità con sgravi fino a 50 mila euro per le imprese virtuose. “Anche il Senato, ora, approvi al più presto la legge” conclude Bernardini, auspicando una rapida conclusione dell’iter legislativo.