I temi dell’intervento di Cinzia Bernardini all’iniziativa promossa dal dipartimento Politiche di genere della Cgil nazionale
Donne e lavoro, un tema centrale per la Filcams, dove la presenza delle lavoratrici è forte in tutti i comparti, dominante in alcuni, commercio, pulizie, colf e badanti e lavoro di cura, il cui contributo è stato fondamentale durante la pandemia ma che non ha ricevuto un adeguato riconoscimento sociale.
“Si tratta di lavoro debole, povero, anche perché caratterizzato dalla rilevante presenza di part-time, orizzontale, verticale ciclico, quasi sempre involontario, spesso a poche ore settimanali, che ha raggiunto percentuali altissime e che non riguarda più soltanto la sfera delle pulizie e della ristorazione, ma si è esteso a settori dove una volta a dominare erano i contratti full time, come commercio e turismo, dove l’unica forma di lavoro offerta, disponibile, è a part time” ha esordito Cinzia Bernardini, segretaria nazionale Filcams Cgil, nel suo intervento all’iniziativa “Verso l’assemblea nazionale delle delegate”, promosso dal dipartimento Politiche di Genere della Cgil nazionale per presentare e approfondire i dati raccolti da un questionario sulla condizione delle donne negli ultimi tre anni.
Un quadro che per le lavoratrici si traduce anche nella difficoltà di raggiungere un’autonomia economica, con quello che ne consegue in termini di ricattabilità e di mancanza di autodeterminazione, che offre terreno fertile anche per situazioni di violenza e molestie, afferma Bernardini, e lo strumento che la categoria sta utilizzando per affrontarlo è l’azione contrattuale.
“La Filcams ha inserito questi temi negli ultimi rinnovi. In quello delle Colf e badanti, e soprattutto in quello delle Pulizie e sanificazione, sono stati fatti importanti passi avanti in questo senso – spiega la segretaria – nell’articolato normativo abbiamo recepito la convenzione ILO prima ancora che nel nostro paese divenisse una norma di legge, abbiamo individuato linee guida per contrastare le violenze e le molestie nei luoghi di lavoro, prevedendo informazione, formazione specifica e coinvolgendo rsa e rsu attraverso assemblee dedicate, così come abbiamo raddoppiato i giorni di congedo retribuito per le donne vittime di violenza”.
Si è intervenuti prevedendo il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da full time a part time, anche verticale e ciclico, e la possibilità di essere trasferiti in altro appalto. Ottenuta l’informazione sui dati inerenti i part time e l’esigibilità del confronto finalizzato al consolidamento delle ore supplementari, perché in regime di part-time involontario la condizione economica delle lavoratrici è strettamente connessa al numero di ore supplementari che hanno la possibilità di fare, renderle strutturali aumentando l’orario contrattuale è un obiettivo prioritario.
“Questi temi sono presenti in tutte le piattaforme di rinnovo dei contratti nazionali scaduti e in discussione, e risultati positivi sono stati ottenuti nella contrattazione di secondo livello nel commercio, terziario, ristorazione, in molte aziende private e cooperative: norme importanti sulla conciliazione, condivisione dei tempi di vita e lavoro, sull’organizzazione del lavoro e la pianificazione degli orari, sul consolidamento delle ore supplementari, misure migliorative su maternità, congedi parentali e sulla genitorialità condivisa. Anche la conservazione della retribuzione al 100% della malattia è un tema rilevante, soprattutto per le donne, sul quale abbiamo lavorato”.
Risultati positivi che possono essere migliorati e da estendere a tutta la contrattazione di primo e secondo livello in capo alla categoria.
“Altro ambito di intervento dell’azione sindacale è come orientare le scelte del decisore politico in termini di strumenti e risorse atti a contrastare le disuguaglianze accresciute da questi anni di pandemia, che potrebbero essere ulteriormente marcate dalla crisi legata al conflitto in Europa. Un esempio è il bonus di 200 euro contenuto nel Decreto Aiuti: se le prime indicazioni sulla platea interessata e le modalità di erogazione saranno confermate ne rimarranno escluse colf e badanti, lavoratori e lavoratrici stagionali e i part-time verticali ciclici di mense e pulizie scolastiche, la cui attività è sospesa all’inizio di giugno, addetti per larga maggioranza donne”.
Il part-time verticale ciclico è da tempo al centro delle battaglie della Cgil e della Filcams, che hanno ottenuto il riconoscimento dei periodi di sospensione ai fini dell’anzianità contributiva per acquisire il diritto alla pensione.
Resta però la questione dei part-time a poche ore settimanali, perché con il minimale contributivo anche questa norma positiva rischia di essere insufficiente. “Per questo è necessario continuare nell’azione di rivendicazione che stiamo facendo con la CGIL per un riconoscimento economico nei periodi di sospensione dell’attività lavorativa. Detto in premessa che il nostro obiettivo resta la concessione della Naspi. Il Fondo di Sostegno per i lavoratori con contratto part time ciclico verticale che è stato stanziato con la Legge di Bilancio è una prima risposta alle nostre richieste, ma siamo ancora in attesa del decreto attuativo: il tempo stringe, ad esempio per le lavoratrici delle mense e pulizie scolastiche che da inizio giugno si troveranno senza retribuzione; le risorse ci sono e questo sostegno economico deve essere reso fattivo”.
Infine, il PNRR, che ha posto la parità di genere e la riduzione delle differenze come una delle tre priorità trasversali a tutte le missioni del piano, inserendo per la prima volta la “condizionalità di genere” rispetto alle assunzioni derivanti da appalti messi a gara con le risorse del PNRR. “È un banco di prova importante anche per gli impatti occupazionali e per il lavoro che si determinerà in termini di qualità e sostenibilità”, sostiene Bernardini.
Ci sono però forti preoccupazioni. “Le linee guida per la realizzazione delle pari opportunità e dell’inclusione lavorativa individuate dall’articolo 47 del decreto 77 pongono una serie di deroghe in capo alle stazioni appaltanti che rischiano di depotenziare pesantemente o inficiare del tutto l’obiettivo che il PNRR si dà rispetto alle quote di assunzione di donne e giovani”.
Da contrastare, poi, è la revisione del Codice dei Contratti Pubblici prevista dal PNRR attraverso una Legge Delega, per le pesanti ricadute che può generare negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, per la stragrande maggioranza donne. La categoria dovrà mobilitarsi per scongiurare le modifiche peggiorative, come quella sulla clausola sociale, dove il ripristino dell’obbligatorietà di inserimento nei bandi di gara deve essere confermato, impegnando tutta l’organizzazione a vigilare il lungo iter parlamentare dei decreti attuativi.
“Come agire la nostra azione sindacale e di contrattazione per la parità di genere e l’eguaglianza economica, e di accesso e di opportunità per le donne, deve diventare pratica ‘normale’ del nostro agire sindacale ” conclude Cinzia Bernardini. “In quest’ottica è importante l’attività di formazione: insieme al dipartimento Politiche di genere della Cgil, nelle prossime settimane, realizzeremo su questi temi cinque webinar, rivolti a tutte le strutture della categoria e successivamente a delegate e delegati, per far sì che la contrattazione di genere diventi patrimonio comune di tutto il gruppo dirigente, perché, come diciamo sempre, quello che è positivo per le donne, è positivo per tutti”.