A novembre le attività nel settore terziario tornano a diminuire dopo due mesi di crescita. A far diminuire la ripresa sono stati il calo della domanda associato con il calo dei nuovi ordini. Le aziende prevedono una minore attività per i prossimi dodici mesi, ed hanno di conseguenza aumentato i tagli occupazionali. Intanto, le tariffe incrementano ai tassi più rapidi in quattro mesi, ma diminuiscono fortemente le tariffe applicate.
A 47.2, in discesa da 50.5 di ottobre, l’Indice Markit/ADACI delle Attività Terziarie – basato su un’unica domanda posta ai partecipanti sui cambiamenti effettivi delle attività presso le loro aziende rispetto al mese precedente – ha riportato un forte calo delle attività del terziario dopo una marginale espansione registrata nel mese precedente. Inoltre, il tasso di declino segnalato dall’indice PMI è stato il più rapido da giugno.
A provocare questo nuovo calo è stato il ridotto livelli di nuovi ordini ricevuti dalle aziende del terziario. Così come per le attività, la contrazione dei nuovi ordini nel mese di novembre è stata forte e la prima in tre mesi.
Conseguentemente al calo dei nuovi ordini, il volume di attività (sia in lavorazione che ancora da intraprendere), è diminuito a novembre per il trentatreesimo mese consecutivo. Inoltre, il tasso di calo delle commesse inevase si è contratto più rapidamente rispetto al mese precedente, e generalmente è risultato essere il più veloce in un anno.
A causa del minore carico di lavoro e quindi alla diminuita pressione sul personale, risultano in aumento a novembre i tagli dei livelli del personale, conseguentementei posti di lavoro nel settore sono sceso ai ritmi maggiori da agosto.
L’indagine di novembre ha anche segnalato una diminuzione dell’ottimismo delle aziende nel terziario circa le attività nei prossimi dodici mesi, fino a raggiungere i livelli minimi da giugno. Detto ciò, un bilancio netto di aziende risulta ancora ottimista circa le attività future, e queste aziende menzionano una speranza circa una ripresa della domanda interna.
Il settore terziario, oltre ad essere stato colpito dalla mancanza dei nuovi ordini, ha anche segnalato un aumento dei costi di gestione. La media di questi costi è aumentata al tasso più rapido in quattro mesi, e la ragione maggiormente menzionata è stata l’aumento del costo dell’energia elettrica e l’aumento del carico fiscale.
La forte concorrenza non ha permesso alle aziende del terziario di passare l’aumento dei costi sui consumatori finali, e addirittura, le tariffe applicate sono state diminuite ai livelli massimi da luglio. Ciò ha esteso l’attuale sequenza di calo delle tariffe a 28 mesi.
Secondo Phil Smith, Economista della Markit, ed autore del report Markit/ADACI PMI Settore Terziario in Italia, “l’ennesimo calo delle attività del terziario di novembre, solleva forti dubbi circa l’uscita dell’Italia dalla crisi nell’ultimo trimestre dell’anno, specialmente visti i tassi di diminuzione delle attività ed il netto calo dell’afflusso dei nuovi ordini. Il tasso di calo delle attività ha spazzato via la crescita dei due mese precedenti, ed ha rappresentato un forte colpo per l’attuale andamento della ripresa del settore durante i mesi precedenti, quando i risultati delle indagini avevano riportato una situazione di imminente crescita. Dall’indagine si evince che gli intervistati hanno evidenziato come l’incertezza sia il fattore chiave della debole domanda. Pare che ciò sia stato aggravato dal peggiorare della situazione del livello occupazionale in quanto le aziende del terziario continuano ad effettuare tagli del personale”.
(fonte: Markit – Istat)