Il Tribunale amministrativo sancisce che per stabilire il costo del lavoro va tenuto conto della retribuzione complessiva e di tutti gli istituti previsti dal Contratto nazionale di lavoro applicato, come sempre affermato dalla Filcams.
È una prima significativa vittoria la sentenza del TAR del Lazio. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha rigettato il ricorso di un’impresa della ristorazione collettiva verso la stazione appaltante che aveva escluso l’offerta presentata per la gara per l’aggiudicazione del servizio di ristorazione presso i Circoli della Marina Militare, giudicandola anormalmente bassa.
La rilevanza della sentenza risiede nell’affermare che, nello stabilire il costo del lavoro, l’impresa doveva tener conto non solo della retribuzione minima, ma anche di tutta una serie di istituti previsti dal Contratto nazionale di lavoro applicato.
Scatti di anzianità, elemento economico di garanzia, contributo EBT, assistenza sanitaria, previdenza complementare (per quota parte), accordi integrativi territoriali, incidenza ore non lavorate per malattia, infortunio, permessi sindacali o studio, maternità, ferie e festività, sono alcuni degli istituti che incidono sul costo del lavoro e non sono comprimibili.
Altro passaggio fondamentale è l’affermazione, da parte del Tribunale Amministrativo, che la clausola sociale impone di assumere i dipendenti delle imprese uscenti e che le componenti della retribuzione maturate dal personale in servizio non sono elementi aleatori, ma aspetti di cui tenere di conto nella formulazione delle offerte.
“Siamo consapevoli che è solo una prima sentenza” ha affermato Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil, “ma quanto viene affermato conferma la correttezza della posizione politica della Filcams, che sosteniamo e richiediamo nel confronto sia con i decisori politici che con le stazioni appaltanti nel corso dei confronti, a partire da quelli realizzati nell’ambito della contrattazione di anticipo”.
“È molto importante che le stazioni appaltanti escludano dalle gare imprese che non applicano tutti gli istituti previsti dai Contratti nazionali lucrando sulla pelle delle lavoratrici e lavoratori, ed è fondamentale che i giudici confermino questo giudizio. Gare affidate a imprese e cooperative come queste sono un danno per le lavoratrici e i lavoratori interessati e un danno per la qualità dei servizi offerti ai cittadini”.
#NonSiAppaltanoIDiritti