Le imprese femminili, vale a dire quelle con titolare donna, costituiscono il 30,2% del totale, con punte del 31,2% nell’Italia centrale. E’ quanto emerge dalla ricerca sull’imprenditorialità femminile nel terziario realizzata da Terziario Donna Confcommercio in collaborazione con il Censis e presentata a Palermo, in occasione del II° forum ‘Donne motore della ripresa’.
Alcune province del sud mostrano una presenza di imprenditoria femminile superiore alla media (ad esempio Avellino 38,3%, Frosinone 37,1%). Rispetto alla crisi economica ed al calo del numero delle imprese in Italia, le imprese femminili mostrano una maggiore capacità di resistenza rispetto alle imprese ‘maschili’, con perdite inferiori in termini sia assoluti che relativi.
Nel settore dei servizi l’incidenza delle imprese “femminili” è del 35,6% e le imprenditrici del terziario costituiscono il 69,2% del totale, contro il 58,6% degli uomini. I comparti del terziario a maggiore incidenza di imprese femminile sono la sanità e assistenza sociale 58,7%, servizi personali 54,8%, l’immobiliare 44,6% e l’istruzione 43,6%. Dal 2009 al 2014 i settori che hanno registrato maggior incidenza di imprese femminili sono finanza e assicurazioni con un + 6,3%e i servizi di supporto alle imprese + 5%. Le imprenditrici straniere sul totale sono il 9,2% (11,6% gli uomini stranieri) e nel terziario il 10,1% (11,6% gli uomini).
Le prime cinque nazionalità di origine delle imprenditrici straniere sul totale nel 2014 sono nell’ordine: Cina 20,2%, Romania 9,6%, Marocco 6,5%, Svizzera 6,1% e Germania 5,4%. Le imprese condotte da imprenditrici femminili di origine straniera sono per lo più in Toscana e Friuli Venezia Giulia e le provincie in cui sono cresciute maggiormente dal 2009 -2013 sono Pistoia, Pavia e Reggio Calabria.