Il fondo di previdenza complementare del settore terziario Fon.Te. estende la platea a tutti i liberi professionisti e lavoratori autonomi che si trovano a operare nei propri settori di interesse. A partire dal prossimo aprile, a seguito dell’approvazione della Commissione di vigilanza sui Fondi pensione (Covip), i commercianti, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che hanno rapporti di collaborazione con imprese che applicano il contratto del terziario ai loro dipendenti potranno integrare la propria pensione aderendo a Fon.Te., il terzo fondo negoziale italiano per numero di iscritti.
“Il potenziale allargamento della platea degli iscritti è un fatto positivo per il fondo – dichiara Michele Carpinetti, referente per la bilateralità di Filcams Cgil nazionale – anche per il fatto che con questa possibilità la previdenza integrativa può essere considerata da imprese e lavoratori, insieme, come una forma di risparmio previdenziale conveniente, a partire dai suoi bassi costi di gestione e benefici sulle risorse accumulate e sulle prestazioni erogate”.
L’iniziativa punta a offrire ad un numero sempre maggiore di iscritti l’opportunità di costruire una pensione integrativa, una fonte di reddito aggiuntiva a quella garantita dal sistema previdenziale obbligatorio.
Con l’apertura delle sottoscrizioni al fondo ai piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi, Fon.Te. diventerà il fondo di riferimento per la previdenza complementare di tutto il settore del terziario.
IL VANTAGGIO DI ADERIRE A FON.TE.
Nella tabella sono messi a confronto i risultati ottenuti da un iscritto a Fon.Te. nel periodo 1° marzo 2004 – 31 dicembre 2021 con quelli di un lavoratore che, nello stesso periodo, ha invece scelto di non aderire al fondo pensione.
La simulazione prende in considerazione un lavoratore dipendente “tipo”, con due possibili scenari, sulla base di uno stipendio annuale lordo di € 21.500,00 e di uno mensile lordo di € 1.536,00 con una ipotesi di rendita in base a flussi costanti nel tempo: il confronto vede da una parte un lavoratore che sceglie di aderire a Fon.Te. versando il TFR e il contributo minimo previsto a proprio carico (0,55% del reddito) e a carico dell’azienda (1,55%); dall’altra un lavoratore che, scegliendo di non aderire al fondo, accantona il solo TFR lasciandolo in azienda.