Dopo ben otto anni di attesa, gli agenti di commercio hanno il loro nuovo contratto nazionale di lavoro. E’ stato infatti firmato a fine luglio dalle parti sociali (Fiarc, Fnaarc, Usarci, Filcams-Cgil, Uiltucs, Fisascat-Cisl e Ugl Terziario) e le mandanti industriali l’Accordo economico collettivo (Aec) che la categoria aspettava dal 2006, quando era scaduto il precedente.
Fra le novità principali, la riduzione al 15% (rispetto al 20% previsto dal vecchio Aec) del limite oltre il quale le aziende non possono diminuire le provvigioni (oltre che la zona, la clientela e i prodotti: in sostanza, i parametri che determinano il valore economico di un contratto di agenzia) senza il consenso dell’agente.
Grazie al nuovo Aec, gli agenti si vedono confermata anche l’indennità di clientela, in pratica il loro Tfr, che Confindustria voleva totalmente abolire; inoltre l’indennità meritocratica, cioè la parte di Tfr riconosciuta nel caso in cui l’agente abbia incrementato il fatturato aziendale, risulta finalmente significativa, mentre finora era una somma praticamente simbolica: in gran parte dei casi, poche decine o centinaia di euro.
“Un risultato che riconferma il ruolo delle parti sociali in un settore parcellizzato, ma diffuso. Tra l’altro, visto l’attuale drammatico contesto economico la possibilità di strumenti della bilateralità, fino ad oggi assenti, potremmo dare supporto alle tante lavoratrici e lavoratori del settore”, dice Danilo Lelli, della Filcams Cgil nazionale.
(Fonte: ADN Kronos)