Un rinnovo contrattuale non tradizionale e capace di accompagnare la trasformazione del settore della grande distribuzione commerciale in Italia nell’era della pandemia da Covid-19 ma anche dell’ascesa dell’e-commerce, che condiziona fortemente le modalità di acquisto, e della fuga dal format dell’ipermercato verso nuove forme emergenti di modello competitivo di vendita.
È questo l’approccio dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs al primo incontro di trattativa con l’associazione imprenditoriale Federdistribuzione per la sottoscrizione del nuovo contratto nazionale della Distribuzione Moderna Organizzata applicato a circa mezzo milione di lavoratrici e lavoratori dipendenti delle imprese del commercio moderno – alimentari e non alimentari – che operano sul mercato attraverso le formule della grande distribuzione, della distribuzione organizzata/associata, catene di negozi, franchising, ingrosso, cash & carry e shopping on line, e che sviluppano la propria attività nei centri commerciali ed attraverso format e canali di ogni dimensione e tipo – ipermercati, superstore, negozi di vicinato, grandi magazzini e superfici specializzate e non – in tutte le categorie merceologiche in gestione diretta, franchising, e-commerce o altre formule distributive. Al centro delle valutazioni sindacali, contenute in un documento unitario: i temi della ristrutturazione delle reti di vendita causata dalla crisi irreversibile delle grandi superfici e della necessità di adattare le competenze dei lavoratori alle nuove sfide del contesto economico.
Riflettori accesi sul tema della compresenza di diverse generazioni di lavoratori nel settore con la proposta di parte sindacale di accompagnare i processi di turn over attraverso la cosiddetta staffetta generazionale.
Senza tralasciare i temi legati a salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, all’introduzione di nuove tutele e garanzie per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro, alla stabilità dei rapporti di lavoro, al lavoro disagiato quale il part time e la prestazione domenicale, al salario, al welfare, all’assistenza sanitaria integrativa e alla previdenza complementare, alla formazione ed anche connessi alla rivisitazione delle professionalità nei sistemi di classificazione del personale come al contrasto al divario e alla violenza di genere. Il focus sindacale sulle attività terziarizzate, alla luce delle riorganizzazioni che le imprese del settore stanno realizzando su vasta scala, anche ricorrendo a molteplici forme di esternalizzazione, e sulle condizioni dei servizi in appalto.
La proposta di parte sindacale dedica poi un’attenzione particolare al lavoro del futuro, con la espressa richiesta di rendere più strutturato l’articolato contrattuale in tema di lavoro agile e di aggiornare le norme su agibilità sindacali e le aree su cui può intervenire la contrattazione di secondo livello per quanto attiene l’organizzazione del lavoro. In particolare, considerato che le imprese aderenti sono prevalentemente di grandi dimensioni e afferiscono ai vari settori merceologici, per i sindacati è importante investire sulla contrattazione integrativa aziendale, valorizzando le normative attuali ma anche implementando i demandi e le materie ad essa dedicate dal contratto nazionale.