Conad, le persone dietro al marchio: a Roma il primo attivo nazionale dà voce alle delegate e ai delegati Filcams dell’azienda

Si è tenuto oggi a Roma il primo attivo nazionale delle delegate e dei delegati Conad della Filcams Cgil, un’importante occasione di confronto e coordinamento per i rappresentanti sindacali di una delle più imponenti realtà della grande distribuzione in Italia.

Quella di Conad è una presenza capillare, che presidia il mercato con 3301 punti vendita tra ipermercati, superstore, supermercati e piccoli negozi, e che dal 2019 – anno dell’acquisizione di Auchan – ha registrato un aumento significativo e costante del fatturato, fino ad arrivare a raggiungere il picco dei 20 milioni di euro del 2023. Un’azienda da 800 milioni di utile in quattro anni e una quota di mercato del 15 per cento, la prima in Italia insieme a Selex.

Questa la realtà sotto gli occhi di tutti, diversa e meno conosciuta quella che vivono quotidianamente i dipendenti dell’azienda.
Le voci delle delegate e dei delegati provenienti da tutta Italia che si sono avvicendati sul palco del centro congressi hanno messo insieme un quadro dissonante dalle fortune di Conad e delle sue diverse declinazioni. A fronte di alcune sparute esperienze positive con isolati contratti integrativi, quello che è emerso è un quadro segnato in gran parte da scarse retribuzioni, peggioramento delle condizioni di lavoro, orari insostenibili, permessi spariti, domeniche di riposo concesse a discrezione, svalutazione dei livelli e delle professionalità, regressione  – spesso complici i passaggi di proprietà a piccoli proprietari – sul piano delle tutele e dei diritti, scarsa attenzione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, scarso rispetto delle relazioni sindacali da parte degli imprenditori e pressioni sulle rappresentanze.

“Conad sta precarizzando il lavoro”, ha riassunto in poche parole un lavoratore, tirando le fila delle tante testimonianze ascoltate. Il profilo del dipendente medio di Conad è quello di un lavoratore con retribuzione bassa, spesso a part-time, e con carichi di lavoro eccessivi.

“Conad deve riconoscere il valore dei lavoratori, già penalizzati dall’aumento del costo della vita e dall’inflazione”.

“Conad si presenta come una nave sicura e inaffondabile, ma dal punto di vista di chi lavora in stiva la situazione è molto meno stabile e brillante”, ha detto Alessio Di Labio, segretario nazionale Filcams Cgil, aprendo il suo intervento conclusivo all’attivo romano. “Cosa può portare il sindacato nei punti vendita Conad? Giustizia, dignità, umanità del lavoro. Non è dignitosa l’applicazione dei contratti pirata  – ha spiegato il segretario – non lo è il sistema degli appalti e delle terziarizzazioni, non è giusto il mancato pagamento degli straordinari e il mancato riconoscimento dei corretti livelli di inquadramento. Non c’è umanità del lavoro in turni flessibili e carichi di lavoro eccessivi”.

Sottolineando l’importanza della creazione di un coordinamento nazionale delle delegate e dei delegati Conad, Di Labio ha aperto la strada a una stagione di rivendicazioni.

Questa prima iniziativa della Filcams Cgil nazionale è l’avvio di un percorso da considerare come parte dell’obiettivo più ampio che la categoria si pone per migliorare le condizioni di lavoro nel settore.