La battaglia tutte insieme, la mobilitazione con il blocco del lavoro supplementare, le 27 lavoratrici di mensa e cucina dell’Ospedale di Rovereto sono riuscite a difendere le loro buste paga e impedire alla società Dussmann di effettuare dei tagli significativi sui salari, non riconoscendo l’anzianità di servizio.
Subentrata nel nuovo appalto lo scorso 1 giugno, la Dussmann non voleva recepire e rispettare la legge della provincia autonoma di Trento che disciplina la clausola sociale imponendo “alle imprese vincitrici di gare d’appalto pubbliche che subentrano ad altre nella gestione di un servizio (pulizie, mense, vigilanza, ecc.) di mantenere non solo il posto di lavoro dei dipendenti come avviene oggi, ma anche il trattamento economico da loro goduto in precedenza nonché le stesse condizioni in termini di anzianità e monte ore.”
La decisione dell’azienda si traduceva in un taglio delle buste paga anche per 90 euro al mese. Cifre importanti per chi non arriva nemmeno a 800 euro di retribuzione mensile a causa del contratto a part time, spesso involontario. Il contratto medio di una lavoratrice in appalto per servizio mensa e cucina, infatti, è di 20 ore settimanali con una busta paga che arriva a poco più di 700, 750 euro al mese. Chi ha un’anzianità di 25 anni di servizio in appalto avrebbe perso 90 euro al mese, chi ne ha 20 di anzianità 73 euro al mese.
Il 14 settembre è stato raggiunto l’accordo, dopo diverse settimane durante le quali le dipendenti si sono astenute da ogni lavoro supplementare e realizzato presidi e proteste.
Grande soddisfazione della Filcams Cgil trentina dalle parole della segreteria regionale Paola Bassetti: “Un risultato davvero importante, raggiunto soprattutto grazie alla battaglia collettiva delle lavoratrici insieme al sindacato. Risultato che conferma il valore dell’introduzione della clausola sociale nella Legislazione nazionale e, come in questo caso, territoriale.”
Una conclusione positiva di una pagina nera nella vicenda del cambio di appalto dei servizi di ristorazione, visto che nella provincia di Trento è stato l’unico Lotto dove si è verificato questo problema.
“Un brutto tentativo, da parte di Dussmann, di realizzare un guadagno/risparmio economico, tra l’altro con soldi pubblici stanziati, ai danni di chi lavora. L’impegno e la compattezza delle lavoratrici e delle organizzazioni sindacali sono stati fondamentali per il successo, che ha permesso la salvaguardia dell’occupazione e il mantenimento dei livelli reddituali.”