Sempre più stranieri nel terziario. Cala il numero di quelli impiegati in agricoltura e industria, cresce quello degli immigrati nei servizi.
Quasi 140 mila stranieri nelle Marche, di cui oltre 125 mila non comunitari e 50 mila provenienti dall’Europa dell’Est. Parte da questo dato generale il confronto che si è svolto nel corso del seminario “Il mercato del lavoro straniero nelle Marche” tenutosi in Regione e dove sono stati analizzati anche i risultati di due progetti regionali: Lavoro di cura e di assistenza alla persona (Progetto “Sap”) e Lavoro stagionale (Progetto “Programmazione e Gestione delle Politiche Migratorie”).
“Mentre assistiamo ad un affievolimento del problema di integrazione sociale degli stranieri – ha affermato l’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti – si pone alla riflessione fin da ora quale sarà l’offerta di lavoro e non è difficile rispondere se teniamo conto delle tendenze all’invecchiamento della popolazione marchigiana (la regione più longeva) che in termini di costi sanitari e sociali ci porterà di fronte ad una grande sfida per poter assicurare risposte concrete”.
Ed è proprio il settore dei servizi la prospettiva in espansione sui cui focalizzare l’attenzione e dove si è già manifestata una tendenza in crescita di occupazione straniera. Vi è l’esigenza di riposizionare le politiche del lavoro, dalla programmazione dei nuovi flussi di ingresso alle politiche attive del lavoro rivolte a reinserire le persone in cerca di lavoro e a sostenere la mobilità lavorativa e sociale degli immigrati esclusi dai processi. In questo ambito, i nuovi flussi di ingresso non potranno che essere selettivi e qualificati. Un passaggio che deve necessariamente coincidere con l’incremento delle politiche rivolte a contrastare il fenomeno del lavoro sommerso.
Il modello sperimentato nelle Marche ha prodotto risultati significativi in termini di occupazione e formazione.
Alcuni dati: In particolare, nel triennio 2009- 2012 le assunzioni di cittadini stranieri sono calate di circa il 4,5%, leggermente meno del calo di cittadini italiani (- 5,2%) . La fascia di età più “assunta” è quella tra i 25 e i 34 anni ( il 27% solo nel 2012) con una generale tendenza all’aumento di lavoro femminile nel settore dei servizi alla persona.
Nonostante un calo generale di assunzioni il settore che impiega più lavoro straniero è l’Agricoltura (37,5%) seguito da Edilizia (35,2) e Industria (29,5%); poi i Servizi che incidono per il 20%. Il manifatturiero nel primo semestre 2013 mostra variazioni negative in tutti i comparti e in particolare nella meccanica che passa da +244 a -24. Da segnalare che tra i servizi quelli turistici segnano il saldo più positivo facendo registrare un aumento rispetto allo scorso anno del 20,4 %. Complessivamente però il saldo tra assunzioni e cessazioni è negativo e solo nel 2012 registra 1058 lavoratori stranieri in meno.