Turismo, un settore da capovolgere: “È ovvio che il lavoro vale”

Torna anche per quest’anno la campagna della Filcams Cgil per le lavoratrici e i lavoratori del turismo, per ribadire la necessità di superare un modello occupazionale ormai insostenibile, per mettere al centro il Lavoro, la Qualità dell’occupazione e la Sostenibilità delle condizioni di chi lavora nella filiera turistica.

Superata l’emergenza sanitaria, presenze e fatturati hanno raggiunto cifre da record, eppure il settore continua a mostrare di avere bisogno di uno stravolgimento, un cambio radicale di prospettiva che mostri un maggiore rispetto per tutte le lavoratrici e i lavoratori che permettono all’industria turistica di funzionare a pieno regime e di generare guadagni che rappresentano il 9,5% del pil nazionale.

https://www.youtube.com/embed/adi_J3LfsmE

Quello che vediamo è un settore in piena attività, che da nord a sud registra numeri da capogiro, una cartolina patinata dell’Italia che attrae e accoglie, ma il dietro le quinte, quello che non vediamo, è il luogo dove più che in ogni altro settore proliferano lavoro nero e grigio, dove il lavoro è sottopagato e le professionalità svilite, dove in nome della brevità dell’ingaggio stagionale la forza lavoro è sfruttata fino all’osso, senza riposi, senza ferie, senza malattia, con turni di lavoro che superano di gran lunga le ore previste contrattualmente e dove gli straordinari non sono retribuiti regolarmente.

Un luogo abitato da migliaia di persone che ad ogni fine di stagione restano senza impiego, con una copertura sociale insufficiente e che devono assicurarsi di ottenere nuovamente quel posto l’anno seguente, sebbene consapevoli che a fronte di un salario inadeguato dovranno ancora una volta spegnere la propria vita per qualche mese e non avere più tempo per altro che non sia lavoro.


Gli imprenditori del turismo in larga parte considerano ormai ovvio pretendere molto e non dare abbastanza in cambio: come raccontano i protagonisti della campagna della Filcams Cgil Mettiamo il #TurismoSottoSopra, si considera ovvio che un bagnino invece di dedicarsi responsabilmente alla tutela dei bagnanti debba anche aprire ombrelloni e lettini e pulire la spiaggia, che una cameriera ai piani debba preparare dieci stanze in un’ora pena una decurtazione dello stipendio, che le mance di un cameriere vengano considerate parte della retribuzione, che esperienza e competenze non abbiano alcun peso nell’inquadramento professionale.

Quello che deve essere ovvio invece, come ribadisce la campagna Filcams, è che il lavoro vale e che lavoratrici e lavoratori, con il sostegno del sindacato, possono e devono farsi valere.

Il turismo non può continuare ad essere precarietà e sfruttamento: dare dignità al lavoro significa dare valore all’intera compagine che quel lavoro alimenta e sostiene.