Rientro garantito dopo la ristrutturazione e integrazione della Naspi per i 51 dipendenti
La ristrutturazione dell’albergo, questa volta, non è stata utilizzata come espediente per un licenziamento collettivo senza ritorno. Le lavoratrici e i lavoratori del Grand Hotel del La Minerve, storica struttura ospitata da un palazzo del 600 nella centrale omonima piazza romana, torneranno al loro posto, con la nuova proprietà.
Grazie alla trattativa condotta da Filcams Cgil, Fisascat e Uiltucs con il gruppo Arsenale dell’imprenditore romano Paolo Barletta, che aveva acquisito il celebre hotel lo scorso febbraio, ristrutturazione questa volta fa felicemente rima con occupazione: l’accordo sottoscritto con la nuova proprietà garantisce a lavoratrici e lavoratori quattro anni di diritto alla riassunzione, alle stesse condizioni normative ed economiche delle quali godevano precedentemente, e un periodo di formazione previo reintegro in servizio.
La procedura di licenziamento collettivo era stata attivata a maggio a fronte dell’impossibilità di utilizzare la cassa integrazione per periodi superiori ai 24 mesi: nel tempo necessario ai lavori di ristrutturazione dell’hotel i 51 dipendenti riceveranno la Naspi, con una parziale integrazione economica corrisposta dall’azienda, oppure un incentivo all’esodo qualora decidessero di non restare con la nuova gestione.
“Un segnale in controtendenza – lo hanno definito i sindacati – che dimostra come il personale possa essere tutelato e valorizzato, riqualificato se necessario”, diversamente da quanto accaduto in altri alberghi della Capitale.
“Questo è stato l’accordo più qualificante che è stato raggiunto nel comparto alberghiero romano, perché l’azienda ha garantito a tutti i dipendenti di poter rientrare al loro posto di lavoro e ha aggiunto un’integrazione economica all’indennità di disoccupazione, che va ad alleviare il disagio che comunque lavoratrici e lavoratori vanno ad affrontare”, commenta Alessandro Russo, segretario Filcams Cgil Roma e Lazio.
“I quattro anni di diritto alla riassunzione concordati rappresentano un ampio margine di garanzia per i dipendenti perché la struttura, realisticamente, aprirà prima” conclude Russo. “L’azienda ha dimostrato che, pur lungo un percorso di grande riqualificazione che porterà la struttura alle 5 stelle extra-lusso, c’è sempre un’alternativa ai licenziamenti”.