Il “Rapporto Istat sulla competitività dei settori produttivi”, alla sua terza edizione, fornisce un quadro informativo dettagliato e tempestivo sulla struttura, la performance e la dinamica del sistema produttivo italiano. Gli ultimi mesi del 2014 hanno evidenziato deboli segnali di ripresa per l’economia italiana, in un quadro ancora caratterizzato da tendenze recessive che nel periodo 2012-2013 hanno interessato sia l’industria manifatturiera, sia i settori dei servizi maggiormente legati alla domanda industriale.
L’evoluzione degli scambi internazionali ha determinato negli ultimi decenni un peso crescente dei servizi, di pari passo con l’accresciuta importanza di questo comparto nella determinazione del valore aggiunto all’interno delle singole economie.
Il peso del terziario è rilevante in tutti i paesi avanzati. In Italia, Francia e Germania nel 2011 tali attività spiegavano circa tre quarti del valore aggiunto dell’economia e, al loro interno, il peso dei business services era poco meno del 40%. In tutti i paesi, inoltre, la manifattura acquista servizi alle imprese quasi esclusivamente sul mercato interno (per circa il 90% del totale). In conseguenza della crisi del 2008-2009 la quota di servizi sul commercio mondiale è temporaneamente aumentata, per poi ritornare sui livelli prevalenti dello scorso decennio (circa il 20%).
Un sostanziale miglioramento della bilancia commerciale si registra per il saldo relativo al comparto degli Altri servizi alle imprese (servizi tecnici, di consulenza professionale e gestionale e connessi al commercio), che non dipende solo dalla flessione delle importazioni di servizi alle imprese, ma anche da un incremento delle esportazioni del settore dei servizi professionali.
Attraverso l’analisi dell’incidenza dei servizi alle imprese, nella struttura dei costi della manifattura è possibile evidenziare le relazioni tra i due comparti nei principali paesi europei.
Il noleggio di macchinari e gli altri servizi alle imprese rappresentano ovunque la quota di costo preponderante sul totale dei servizi acquistati; comunicazione e logistica hanno invece un peso minore. Insieme alla Spagna, l’Italia spicca per la maggiore rilevanza della spesa in servizi di trasporto.
Un esercizio svolto sulla base delle tavole intersettoriali permette di determinare gli effetti che un aumento della produzione del comparto manifatturiero genera sull’ammontare di produzione dei servizi alle imprese nei paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito).
Fatto cento l’incremento della domanda di prodotti manifatturieri, la variazione incrementale complessiva dei servizi alle imprese è compresa fra il 29,3% della Germania e il 10,9% del Regno Unito. In questo contesto l’Italia, con il 27,3%, si colloca appena al di sopra di Spagna (25,9%) e Francia (25,0%).
Emergono inoltre differenze rilevanti nella capacità di attivazione della domanda estera di beni industriali, che in Germania risulta nettamente superiore a quella italiana: 100 euro di aumento della domanda estera di prodotti manifatturieri attivano 14,5 euro di servizi in Germania e solo 8,6 euro in Italia.