E’ “un accordo innovativo di welfare aziendale in favore delle lavoratrici e dei lavoratori, in evidente controtendenza rispetto alle difficoltà occupazionali e di condizioni di lavoro che trasversalmente opprimono tutti i settori produttivi del paese”. L’intesa siglata lo scorso 6 novembre da Coop Adriatica, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, un protocollo di solidarietà per le lavoratrici ed i lavoratori dell’impresa cooperativa, una serie di aiuti che rispondono alle loro reali necessità e che potrebbe essere un precedente importante da esportare nelle altre imprese del sistema cooperativo e non solo. E’ quanto spiega la Filcams in una nota.
Il protocollo interviene su alcune aree: conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, famiglia, salute, benessere e risparmio: “un investimento così consistente, tutto a carico dell’impresa è indiscutibilmente un atto distintivo” afferma Alessio di Labio, della Filcams Cgil Nazionale, “ma è anche un cambio culturale rilevante: le difficoltà e le esigenze delle persone non sono un intralcio alla produttività della cooperativa, ma istanze che responsabilmente vanno affrontate insieme per migliorare la vita delle persone e renderle solo eventualmente più produttive”. Più di 170 punti vendita i 4 regioni (Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abbruzzo), quasi 9mila dipendenti, di cui il 90% a tempo indeterminato, e il 50% con figli. Numeri importanti di una delle nove cooperative di consumo presenti in Italia.
La composizione del personale fatta per il 75% da donne, che come noto supportano maggiormente il carico della cura dei figli, degli anziani e dei familiari in generale, è una caratteristica importante che ha immediatamente orientato i lavori: più permessi, congedi, aspettative e sistemi temporali di orario agevolato; ma anche interventi che supportano la gravidanza, l’inserimento all’asilo nido, le esigenze dei genitori, per le situazioni di particolare difficoltà economica i genitori soli di figli fino a 16 anni e ‘buoni ore’ da utilizzare per avere una badante, una baby sitter o un insegnante di sostegno.
Molti strumenti anche a disposizione del lavoratore riguardano la cura degli anziani e dei disabili, altri strumenti supportano i lavoratori qualora debbano affrontare gravi problemi familiari. “È fondamentale evidenziare, tra l’altro” specifica Di Labio, “che tutti i diritti riconosciuti per coniugi e affini di primo grado, sono anche riconosciuti per conviventi stabili ossia a coppie di fatto.”
Più permessi per studio e formazione, aspettative per affrontare la riabilitazione da dipendenze quali etilismo, tossicodipendenza, ludopatia e i disturbi dei comportamenti alimentari o coloro che sono stati vittime di stalking e maltrattamenti familiari. Inoltre, i dipendenti che ne avranno necessità, oltre all’anticipo del TFR, potranno richiedere prestiti a tasso agevolato, e per improvvise gravi condizioni di disagio saranno concessi sussidi a fondo perduto per un massimo annuo di € 100.000.
“Un accordo all’avanguardia” conclude Alessio Di Labio, “ che può farsi promotore di una contrattazione solidale significativa, anche per ridare fiducia la mondo del lavoro: nonostante le tante difficoltà, possiamo ancora migliorare le condizioni di lavoro”.
(fonte: Rassegna.it)