La voce di chi ha vissuto le violenze del fascismo del ventennio affiancata a quelle dei giovanissimi “partigiani” dell’Anpi, che descrivono i nuovi fascismi contro cui non ci si può esimere dal prendere posizione.
La Filcams Cgil ha voluto celebrare il 25 aprile così, mettendo uno accanto agli altri i racconti di chi ha combattuto allora e lotta ancor oggi per la custodia dei valori della nostra Costituzione, la difesa della democrazia, conquistata a fatica e con enorme sacrificio di vite umane. Per ribadire che il 25 aprile è la Festa della Liberazione di tutti gli italiani, divisiva solo per chi prova nostalgia per un periodo terribile per l’Italia, nero in tutti i sensi.
Pillole di “resistenza”
Dario Cavinato, 23 anni, presidente del circolo Anpi di Bracciano (RM), racconta come si è avvicinato all’associazione, cosa rappresenta per lui e perché, come lui, tutti i giovani dovrebbero impegnarsi per contrastare i nuovi fascismi.
Iole Mancini, 102 anni, ultima tra i superstiti incarcerati a via Tasso, torturati e uccisi dal boia nazista Erich Priebke. Racconta il fascismo come lo ha conosciuto lei e la sua preoccupazione per i “nuovi fascismi”, più sottili e per questo maggiormente pericolosi. La sua storia è raccontata nel libro “Una storia partigiana” scritto a quattro mani con concetto Vecchio.
Lorenzo Cervi, 19 anni, è il giovanissimo presidente del circolo #Anpi di Fondi (LT). “In qualche modo tutti noi siamo figli o nipoti di coloro che hanno combattuto il nazifascismo” dice, sottolineando l’importanza della memoria, per combattere, anche oggi, contro le nuove forme di fascismo, alimentate dalla mentalità di chi pensa che il fascismo, quello vero, non sia stato poi così tremendo.
Bianca Piergentili, 18 anni, appena raggiunta la maggiore età, lo scorso anno ha deciso che doveva iscriversi all’#Anpi della sua città. “Il 25 aprile – dice – non è una festa divisiva, ma anzi è una festa che accomuna tutti quelli che si considerano cittadini e cittadine italiani”.
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